il 2013 credo che sia stato nella mia lunga militanza in agenzia di viaggi, uno degli anni più complicati, uno di quegli anni che ti mettono con le spalle al muro e davanti ti trovi un bivio: gettare la spugna perché ormai non c'è più nulla da fare, oppure trovare dentro se stessi quel residuo di forza per rimboccarsi le maniche e dire posso ancora farcela.
E' il momento in cui si guarda al percorso fatto, alle scelte prese , a quelle rimandate, a quelle evitate per paura o per negligenza.
Spesso noi vecchi agenti di viaggio, ci siamo detti che questo alla fine non è un lavoro ma è una sorta di droga, e solo una grande passione ti riesce a dare la spinta per superare le mille difficoltà che si incontrano, per confrontarsi con un mondo che cambia alla velocità della luce, per non farsi stravolgere dal senso di frustrazione.
Nel giugno di quest'anno ho compiuto 33 anni non di età, quella è già passata da un pò, ma 33 anni dentro un'agenzia di viaggi e quindi più della metà della mia vita l'ho dedicata in parte predominante a questa professione.
Ho ricordato che dentro di me continua ad esserci quel bambino che da piccolo sognava il mondo e ne è nato un racconto proprio per ricordare quel bambino e i suoi sogni
Davanti, inevitabilmente, non ci potranno essere altrettanti anni di militanza e poi chissà cosa ne sarà delle agenzie di viaggi da qui ai prossimi anni, continueranno ad esistere o forse scompariranno e pochi se ne accorgeranno.
Siamo al giro di boa del 2014, i primi mesi sono stati dei mesi intensi, ho rivisto tante persone che ogni anno tornano da noi, ne ho conquistate di nuove, anche tra quelli che partiti da internet si sono poi arresi davanti alla competenza, alla preparazione, al sorriso e alle parole di una persona reale.
Come tutti gli anni, l'agenzia ha ospitato studenti e studentesse delle scuole per il turismo e fa piacere che ci sono ancora tanti giovani che credono in questa attività. Sono stati giorni piacevoli e ogni volta che il tirocinio terminava un velo di tristezza reciproco chiudeva quei brevi tirocini.
Allora ho pensato che ci possono essere ancora tanti motivi per amare il proprio lavoro e dare un senso alla giornata, e così ho provato a individuarne dieci per cui posso ancora essere fiero di questo lavoro
Dieci buoni motivi per credere ancora nel mio lavoro
- trovare la forza ogni mattina di svegliarmi e pensare alla giornata che mi aspetta con lo stesso entusiasmo di sempre, come se ogni giorno fosse il mio primo giorno
- la fiducia che i clienti continuano a rinnovarmi di anno in anno
- essere consapevole di fare sempre del mio meglio per soddisfare chi si rivolge a me, e se qualche volta non ci riesco, cerco di capire dove ho sbagliato e come poter migliorare la volta dopo
- riuscire a farmi breccia anche nella diffidenza di chi all'inizio vuole studiarmi per capire chi ha di fronte
- aprire ancora una carta stradale e cerchiare a matita le località dell'itinerario
- trasmettere emozioni in chi mi ascolta e dargli quell'empatia che nessun mezzo tecnologico potrà mai dare
- la stima che mi arriva da tutte le persone che mi conoscono da tanto tempo, siano essi clienti o fornitori
- insegnare a chi un giorno potrà intraprendere la stessa strada che intrapresi io tanti anni fa
- le parole di ringraziamento e di affetto che mi manifestano le ragazze e i ragazzi che fanno un breve tirocinio presso la nostra agenzia
- sapere che ci sono persone che hanno fatto la loro strada e si ricordano sempre di chi gli ha dato le basi per iniziare
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