Per quelle strane coincidenze della vita, coincidenze che poi alla fine hanno sempre un significato, mi è
capitato di entrare in alcune librerie e trovare esposti, nella serie "sempreverdi" alcun testi che mi hanno fatto ritornare indietro, ai tempi della mia infanzia.
"Il giro del mondo in 80 giorni", "Viaggio al centro della Terra", "Dalla Terra alla Luna", "Ventimila leghe sotto i mari", i libri di Giulio Verne, oppure quelli di Salgari, ambientati in quella Terra in cui lui non ci era mai stato: la Malesia, e che dire di Stevenson: "L'Isola del Tesoro"?
Tutti libri che ho letto e ancora conservo gelosamente con scritto, all'interno, chi me lo ha regalato e in quale specifica occasione, con la grafia da piccolo.
Questa sera invece sono entrato casualmente in un centro commerciale vicino casa ed in un grande spazio era esposto un plastico ferroviario ed anche questa immagine mi ha riportato a quando io, bambino, ero affascinato dai treni e non potendo possedere uno di quei fantastici modelli da collezione, costringevo mia madre a farmi transitare in stazione, ogni volta che ci fosse stata l'opportunità, per emozionarmi davanti ai convogli in entrata ed in uscita.
Perché sto facendo riferimento a questi episodi? Cosa c'è di particolare?
Questi sono quei momenti in cui se si ha la giusta sensibilità per percepire i segnali che la vita spesso ci manda, ci aiutano a riflettere ed a capire cose che abbiamo dentro e che spesso sono lì nascoste.
Ho pensato di ritornare in quella libreria e ricomprarmi quello stesso libro che mi fu regalato quando avevo 8 anni e rileggerlo con l'esperienza, la maturità di un cinquantenne: "il Giro del mondo in 80 giorni", un libro che parlava di una scommessa, riuscire a fare per l'appunto questo giro in quel lasso di tempo, e in questo ci vedo una metafora con la mia vita.
Se leggevo quei libri con passione e voracità, se mi emozionavo andando in stazione, se i ricordi dei miei giochi da bambino erano in qualche modo legati all'idea del viaggio, questo significa che in me c'era come una sorta di predisposizione che mi ha portato a percorrere quella strada nella quale vedevo come mio obiettivo, come sogno da realizzare, l'idea di poter lavorare nel mondo dei viaggi, e per me fu anche una grande scommessa, perché tutti si aspettavano, per i miei meriti scolastici, che io percorressi altre strade.
Il mio giro del mondo è durato molto di più degli ottanta giorni, è stato un lunghissimo giro del mondo, iniziato un pomeriggio d'estate con un colloquio con colui che fu il mio primo datore di lavoro, una persona che credette in me.
La fiducia nei miei confronti fu ricompensata da una collaborazione di ben dodici anni, interrotta soltanto dalla sua decisione di trasferire l'Azienda ad altra persona.
Oggi non so quale sarà il proseguimento di questo "giro del mondo", il nostro settore è in enorme difficoltà per tanti motivi e non solo per effetto della crisi economica.
La stessa parola "agente di viaggi" ha ancora un senso? o è una terminologia non più adeguata al linguaggio corrente? e soprattutto per l'immaginario collettivo oggi chi è l'agente di viaggi?
Ieri esisteva, come oggi, l'idea del viaggio,la gente sognava anche allora mete lontane, prendeva i cataloghi nelle nostre agenzie e li sfogliava, provando una serie di emozioni ad ogni pagina, ascoltavano le nostre descrizioni e leggevamo nei loro occhi che stava accadendo qualcosa: erano così presi dai nostri racconti, dalle nostre parole che arrivavano a dirci: "ascoltandola mi sembra già di essere lì" e questo ci inorgogliva, ci dava una carica enorme.
Oggi siamo spiazzati, siamo stati colpiti da forze più grandi di noi, ci siamo fatti trovare impreparati alle grandi sfide, non sempre abbiamo compreso che si può andare sulle stelle ma si può cadere e farsi male.
Il nostro ruolo di "agenti di viaggio" sta cercando una nuova collocazione nella mente del pubblico, sta cercando di recuperare quel ruolo che ci appartiene e che nessun mezzo tecnologico potrà mai sostituire fino in fondo.
Ci sono elementi a noi estranei che stanno sfruttando la nostra debolezza per sostituirsi a noi, promettendo cose non sempre così vere come potrebbe sembrare, cavalcando il momento di crisi in cui la ricerca forsennata del prezzo sempre più basso spesso si traduce in bassa qualità, in disservizi e purtroppo anche in situazioni in cui l'affare che si era pensato di fare si rivela per quello che è.
Ci sono persone, enti, istituzioni che pur non avendo la titolarità giuridica per farlo s'improvvisano "organizzatori di viaggio" proponendo i nostri stessi itinerari a prezzi concorrenziali, potendo eludere anche in questo modo il carico fiscale ma con grandi rischi per chi preferisce un "abusivo" a chi invece è sottoposto dalla legge a precisi vincoli, a pagamenti di fideiussioni bancarie, a stipulare polizze assicurative, a versare delle quote in un fondo, tutte garanzie a tutela del viaggiatore.
Eppure in tutto questo sento di aver dato tanto e di avere ancora tanta energia dentro per continuare a dare il meglio di me in questo lavoro.
Riprenderò tra le mani quel libro e chissà che come mi ispirò allora, riuscirà a darmi anche oggi quella giusta leva per continuare il "mio giro del mondo"!
Interno della Manyara Viaggi
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